VENERDI PER IL FIUME – TAVOLO PARTECIPATO “ACQUE” – REPORT
CARTA DI SINTESI DEI LABORATORI PARTECIPATI
Analisi condivisa del territorio - tema ACQUE - Elaborata nell'ambito della collaborazione con l'ITABC CNR
(arch. Giordana Castelli - arch. Silvia Uras)
APERTURE E CONSIDERAZIONI FINALI
Proposta di azioni concrete per la manutenzione e la messa in sicurezza spondale: riqualificazione dell’asta fluviale e messa insicurezza delle sponde coinvolgendo tutti gli agricoltori/proprietari terrieri lungo il fiume quali soggetti primari per attuare azioni/interventi sull'area spondale.
Proposta di sviluppo di una mappatura critica sul reticolo secondario, del quale si hanno poche informazioni da fonti istituzionali. Nell'ambito del Cdf si potrebbe costituire un modello di interazione sul territorio utile per: ricostruire la storia del reticolo secondario, valutarne lo stato periodicamente, verificare i cambiamenti in atto ed ipotizzare azioni condivise di miglioramento.
Azioni proposte per la messa in sicurezza delle sponde e soluzioni sostenibili per ridurre il rischio idraulico:
- piantumazione della vegetazione riparia nelle proprietà private degli agricoltori (non necessita di permesso della Regione Lazio a differenza delle aree demaniali, si possono individuare dei fondi PSR che operano come meccanismo di contribuzione ambientale).
- Localizzazione di massima di aree agricole che svolgano la funzione di potenziali casse di espansione in cui, con un approccio innovativo e dinamico di ottimizzazione dei costi/benefici, la realizzazione degli argini non è prevista lungo tutta la sponda fluviale ma esclusivamente nei punti più critici, senza snaturare il territorio ed il paesaggio e riducendo gli oneri economici dell’intervento ( fare riferimento ad un progetto della Regione Lazio, attualmente in via di redazione nella zona di Monterotondo, in cui dovrebbero essere individuate aree idonee a svolgere tale funzione).
Si propone di istruire un documento tecnico progettuale che definisca i criteri di intervento sulla base delle conoscenze scientifiche aggiornate e contenga una casistica di tutte le azioni/interventi che possono essere attuate da soggetti non pubblici ovvero dai vari proprietari terrieri coinvolti. L’obiettivo che si vuole conseguire è quello di delineare un modus operandi, un metodo, un’impostazione condivisa da applicare ai singoli casi dei vari agricoltori interessati.
Si propone inoltre di istruire un caso studio esemplare per verificare metodi e strumenti, localizzato nei terreni dell’Azienda Cavalieri, in cui siano definiti: vincoli, opportunità, obiettivi, criteri e interventi.
Si propone di avviare percorsi di sensibilizzazione, informazione e educazione nelle scuole: corsi di formazione per insegnanti, preparando materiali divulgativi per le famiglie ma soprattutto pensando ad attività partecipative con i bambini ( esempio concorso per il logo del Cdf).
Inoltre il problema del flusso ridotto e dell’accumulo di materiale detritico causato dalla presenza, lungo il tratto dell’asta fluviale interessata dal CdF, di 3 dighe è determinato dal fatto che si tratta di vecchie concessioni, che obbligano l’ente gestore al rilascio di una portata ridotta. Su questi aspetti legati alle portate esiste una normativa europea (Direttiva quadro 2000/60/CE) e nazionale (Dlgs 152/2006) sull’applicazione del “Deflusso Minimo Vitale” (DMV nel seguito) e, poiché tale normativa non è ancora stata recepita all'ordinamento regionale, si potrebbe affrontare questa tematica con lo strumento del CdF, perseguendo l’obbiettivo dell’applicazione di un DMV alle concessioni di derivazione di acqua pubblica dai corpi idrici superficiali, coerente con gli attuali indirizzi comunitari.
Infine, per quanto riguarda il tema della balneazione delle acque del fiume come iniziativa di marketing territoriale, di norma le acque interne, a meno che non siano classificate come tali, non sono destinate alla balneazione.
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