Il Contratto di Fiume [CdF] è un atto di impegno condiviso da parte di soggetti pubblici e privati, a vario titolo interessati ai corsi d’acqua, per la condivisione di modalità di lavoro atte a perseguire la riqualificazione ambientale e la rigenerazione socio-economica del sistema fluviale. II Forum Mondiale dell’Acqua (marzo 2000) introduce in Europa i CdF quali strumenti che permettono di “adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale, intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale”. Il CdF è un processo di programmazione negoziata e partecipata volto al contenimento del degrado eco-paesaggistico e alla riqualificazione dei territori dei bacini/sotto bacini idrografici. Il Contratto di Fiume è un atto volontario, inclusivo, collaborativo e obbligazionale, dove le parti accettano di subordinarsi alla clausole condivise. Attraverso la presa in carico di un impegno condiviso, il Contratto di Fiume mira ad ottenere un comportamento virtuoso di tutti coloro che vivono intorno al fiume dalle istituzioni ai singoli cittadini.
I Contratti di Fiume si sviluppano in Europa a partire dagli anni '80, prima in Francia e successivamente in Belgio. Solo dal 2000 iniziano a svilupparsi nel Nord Italia (Fiume Mincio, Medio Panaro, Torrente Sangone, Fiume Salba, Fiume Oglio, Fiume Olona, Fiume Oglio, etc.) e dal 2008 in tutta l’Italia (circa 100 ma solo 8 sono stati sottoscritti). Dal 2010 anche in Spagna si inizia a parlare di Contratti di Fiume.
Il Contratto di Fiume della Media Valle del Tevere si avvale della partecipazione di:
Arch. Massimo Bastiani - Coordinatore Scientifico e Coordinatore del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume.
Arch. Giordana Castelli - Coordinatore del Processo Partecipativo - Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche